Baby Signs Italia

Baby Signs®

Adattamento per l'Italia

Gli aspetti storici, culturali, e le abitudini di vita del territorio nel quale il Programma Baby Signs® intende svilupparsi sono elementi fondamentali da considerare per garantire massima qualità e per fornire una reale risposta alle esigenze comunicative dei bambini coinvolti.

Proprio per questo abbiamo condotto l’adattamento del Programma Baby Signs®, sviluppatosi negli Stati Uniti, per la diffusione nel territorio italiano.

L’adattamento ha interessato due ambiti:

  • La scelta delle parole da inserire nel Programma italiano;
  • La traduzione di tutti i segni in LIS , Lingua dei segni Italiana (Lingua utilizzata dalla comunità dei Sordi in Italia – In America i segni sono estrapolati dall’ASL, American Sign Language)

Scelta delle parole

Sono state attuate modifiche ed integrazioni nel numero e nella scelta delle parole da includere nel Programma.

Dal confronto con la cultura e le tradizioni americane è emersa infatti la necessità di eliminare alcuni termini (tacchino, marines….) e, parallelamente, di inserirne altri legati alle nostre tradizioni di vita (alimentari, tempo libero, routine). Parole come “pane, pasta, mare, parco, asilo” – e molte altre-   non potevano rimanere escluse!

La scelta di tutte le parole integrate è stata condotta, inoltre, sulle evidenze scientifiche che derivano dagli studi sul Primo Vocabolario del Bambino (Caselli, Casadio 1995), portandoci anche ad integrare categorie grammaticali che risultavano essere poco rappresentate (es. aggettivi come “bello”, “rotto”..)

Tali ricerche hanno portato all’individuazione delle parole  che ricorrono con maggior frequenza nel primo sviluppo lessicale dei bambini italiani.

Si è giunti così all’individuazione di 175 segni che possano inserirsi in maniera ottimale all’interno degli scambi comunicativi genitore-bambino, per soddisfare i primi interessi, bisogni e sensazioni.

Traduzione in LIS (Lingua dei segni Italiana):

Lo stretto legame esistente tra i segni e la cultura del Paese in cui questi si sviluppano è stato il principio fondamentale che ha guidato il lavoro di traduzione in LIS dei segni da utilizzare.

L’adattamento è stato condotto con la collaborazione del dott. Gabriele Caia, docente Lis , Sordo,  della Facoltà di Scienze del Linguaggio dell’ Universita Ca’Foscari di Venezia .

Particolare attenzione nella traduzione è stata impegnata nell’individuare i segni la cui esecuzione manuale fosse più semplice e accessibile alle piccole mani dei bambini a cui sono rivolti. Alla parola “pane”, ad esempio, possono corrispondere almeno 3 segni (varianti dialettali): è stato scelto il segno che, in termini di complessità di configurazione manuale e di prassia motoria, fosse più semplice da produrre.

Si è scelto infine di mantenere molti dei 35 segni indicati come “baby friendly” dalle autrici del progetto: sono gesti semplici ed immediati che corrispondono da vicino ad esperienze dirette dei bebè che hanno osservato in anni di ricerca (es. soffiare per “CALDO” o muovere le mani in alto per “”STELLE”, toccare il fianco per “PANNOLINO” o il petto per “BAVAGLINO”) o semplificazioni di segni difficili da eseguire.